Svizzera: nel Rapporto 2015 Fatca e dichiarazione comune (FiscoOggi.it, 23 febbraio 2015)
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- Fonte: FiscoOggi.it
Pubblicato dalla Confederazione il documento annuale che passa in rassegna le attività concluse nel 2014
- di Fabrizio Ortu
Arriva puntuale anche quest’anno, come da consuetudine consolidata, il Rapporto della Confederazione elvetica sulle “Questioni finanziarie e internazionali” .
(qui il pdf - nota: è la versione presente sul sito www.fiscooggi.it ndr )
In 48 pagine il documento curato dal Dipartimento federale delle Finanze elvetico analizza i fatti e gli sviluppi del 2014: l’entrata in vigore dell’accordo Fatca Svizzera-Usa e la dichiarazione comune con l’Unione europea sulla fiscalità delle imprese sono soltanto alcune fra le tappe più importanti della timeline dell’anno appena trascorso.
Fatca Stati Uniti-Svizzera, in vigore l’applicazione del modello 2
L’accordo Fatca Svizzera-Usa, entrato in vigore il 2 giugno dello scorso anno, permette agli istituti finanziari elvetici di ottenere agevolazioni nell’attuazione della normativa unilaterale statunitense Foreign Account Tax Compliance Act.
Nella Confederazione l’applicazione avviene secondo il meccanismo previsto dal modello 2.
Gli istituti finanziari elvetici comunicano, con il consenso dei clienti statunitensi interessati, i dati dei conti direttamente alle autorità fiscali statunitensi.
Nel caso in cui, invece, non fosse disponibile una dichiarazione di consenso i dati devono essere richiesti dagli Stati Uniti seguendo la via ordinaria dell’assistenza amministrativa.
Fiscalità delle imprese, la dichiarazione comune con l’Ue
Il 2014 ha registrato passi avanti anche nel dialogo con l’Unione europea in materia di fiscalità delle imprese.
Lo scorso 14 ottobre è stata infatti firmata una dichiarazione comune fra il Consiglio federale svizzero e i rappresentanti dei 28 Stati membri dell’Ue.
Le due parti hanno messo nero su bianco “intenzioni reciproche e principi comuni relativi all’imposizione delle imprese”.
Tuttavia, come precisa lo stesso Rapporto, “la dichiarazione comune non comporta nessun impegno internazionale e si limita a elencare principi e intenzioni reciproche”.
Le intenzioni reciproche dell’Unione e della Svizzera includono anche l’abrogazione “dei regimi fiscali che generano distorsioni e in particolare quelli che prevedono il trattamento differenziato tra redditi nazionali ed esteri”.
Nazioni Unite, la Svizzera nel comitato degli esperti per la questioni fiscali
Il Rapporto 2015 sottolinea inoltre l’importanza dell’ingresso della Svizzera nel Comitato di esperti dell’Onu per la cooperazione internazionale sulle questioni fiscali.
Al momento, gli esperti del Comitato sono fra l’altro incaricati dell’ulteriore sviluppo del modello di Convenzione Onu per evitare la doppie imposizioni fra i Paesi in via di sviluppo e quelli industrializzati.
Il bilancio e i propositi per il 2015
A sei anni dall’esplosione della crisi economica mondiale, il Rapporto 2015 fornisce anche l’occasione per fare il punto della situazione e tracciare le rotta di navigazione del vascello Svizzera nelle acque in tempesta del fisco e della finanza internazionali.
“Nel confronto internazionale – commenta nella prefazione al documento il responsabile del Dipartimento federale delle Finanze, Eveline Widmer-Schlumpf – gli indicatori economici risultano decisamente positivi.
Anche lo Stato ha mantenuto la sua capacità di agire e contrariamente alla tendenza registrata negli altri Paesi ha addirittura ridotto il debito”.
Per il 2015, si può leggere nel documento, la Confederazione elvetica punta a “portare avanti speditamente i lavori preliminari per lo scambio automatico di informazioni in materia fiscale” e a ricercare “le soluzioni ragionevoli per regolarizzare con Paesi come Francia e Italia gli averi non regolarizzati del passato”.
Allegato
- Questioni finanziarie e fiscali internazionali. Rapporto 2015 (pdf , 2.1 M, 48 pp.) - il pdf è quello presente sul sito www.fiscooggi.it
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